Prendere due indumenti e trasformarli in un unico, nuovo capo è una meraviglia del design e la chiave verso un ripensamento del branding tradizionale, delle tendenze e dell'individualità - come cambia il nostro rapporto con la moda quando indossiamo un capo ricostruito? Analizziamo l'approccio di La Fameuse e Fitolojio alla moda upcycling e alla “ricostruzione di capi”.
LA RICOSTRUZIONE E RIGENERAZIONE DI CAPI. IL COSIDDETTO “RICICLO CREATIVO”
Gli abiti ricostruiti e riassemblati, o come diciamo in gergo “upcycling”, partono dal desiderio di mescolare e fondere 2 o più capi insieme in modo che i tessuti dialoghino l'uno con l'altro, creando un prodotto che non sia solo la somma delle sue parti ma un capo inedito, unico nel suo genere.
A differenza dal design tradizionale che parte da una idea, il processo creativo in questo caso comincia proprio dai materiali disponibili che diventano la 'raison d’être' dell'abito.
La bellezza del riciclo creativo sta proprio in questo ribaltamento di approccio e nell’infinita varietà di materie prime che possono essere utilizzate: dai vestiti vintage trovati in associazioni di beneficenza o nei mercati delle pulci, fino a vecchie trapunte e coperte. Il limite diventa la stessa creatività. Anche i vestiti parzialmente danneggiati possono essere usati come base, dato che solo una parte di essi sarà poi inclusa nel prodotto finito tramite delle patch! (come semplice test, guardatevi attorno: quanti tipi di tessuto vedete? Non fermarti a i tuoi vestiti, prova a dare uno sguardo alle trame di tende, tovaglie, coperte… Li avete mai immaginate come vestiti?)
“L'arte fondamentale dell’upcycling è selezionare prodotti interessanti e trasformarli per creare combinazioni uniche che aumentino il valore dei capi iniziali” - K.Michaloutsou, creatrice di Fitolojio
Partire dall’utilizzo di tessuti e materiali già esistenti, ha ovviamente un enorme impatto positivo sulla filiera della moda, rallentando il ritmo di produzione e dando vita a prodotti responsabili e etici. Il lavoro sartoriale dietro ad ogni prodotto, assume un ruolo preponderante: decostruzione, taglio, cucito, montaggio, sono tutte fasi di un vero e proprio processo artigianale locale che porta il capo stesso a diventare un pezzo d’arte, o più precisamente quella che in inglese si definisce come “wearable art”.
Sotto questa lente, anche gli stessi ostacoli diventano potenziali vantaggi: che si tratti di tessuti insoliti o rari, modelli fuori moda, o di capi con silhouette ormai superate, trovano tutti un lieto fine come parte integrante di un pezzo ricostruito.
La giacca nella foto qui di seguito, creata a partire da coperte e trapunte vintage trovate in un mercatino del lusso, è un buon esempio di come il materiale di partenza abbi influenito sulla progettazione e creazione del design finale.
Rendiamo questo spazio più dinamico! Se questo articolo ti ispira o ti fa pensare a creatori simili, lascia un commento - vogliamo sentire cosa ne pensi!
CAPI RICOSTRUITI, NUOVE REGOLE NELLA MODA E NEL BRANDING
L'upcycling è un movimento rivoluzionario, e tramite ogni capi trasformato, sovverte i codici tradizionali della moda e del branding.
Abbiamo bisogno del branding su capi rigenerati?
La moda tradizionale ha da sempre posto l'accento sul branding, e ciò si riflette anche sulle abitudini di noi consumatori. Le versioni 'off-brand' dei capi, quindi prodotti da brand di nicchia o proprio non noti, sono spesso stati fonte di molti dibattiti riguardanti la qualità, lo stile di chi li indossa, al copyright e così via.
Nel caso della ricostruzione e della fusione di più capi, i marchi giocano un ruolo non in quanto portatori di un determinato stile, ma in quanto elementi di design che dialogano che dialogano l’uno con l’altro. Alcuni acquirenti potrebbero apprezzare di più la presenza di un marchio rispetto ad un altro, ma essendo probabilmente presenti più di un brand, è il modo in cui il designer unisce i vari capi, con i suoi colori e i suoi tessuti, che affascina maggiormente il cliente.
Per esempio, la giacca qui di seguito, è stata creata tramite l’utilizzo di pezzi della famosa collaborazione Gucci x The North Face. Siamo sicuramente attratti dai questi famosi loghi, ma ciò che colpisce maggiorment il cliente upcycling rimane la finezza artigianale, l’accostamento delle textures e il design unico del prodotto finale.
Una veloce analisi nella sezione dei commenti sul profilo instagram del brand La Fameuse lo dimostra: la comunità non si sofferma mai sui marchi che appaiono sui capi, ma al contrario sottolinea il concetto di rigenerazione degli abiti e apprezza come sia proprio la convivenza di più marchi tradizionale a creare un’estetica definita del brand upcycling.
L’unione dell'artigianato e del design, al centro di questo nuovo paradigma, permette ai capi rigenerati e ricomposti di diventare pezzi di lusso a pieno titolo.
I creatori di abiti upcycling partecipano alla creazione di uno mercato, un nuovo paridigma, nel quale siamo in grado di ridare una definizione a ciò che per noi è un prodotto: se la presenza dei marchi è sovvertita, indossando capi con il loro logo ben visibile, sto ancora facendo una dichiarazione sui marchi che mi piacciono? Il mio stile sta cambiando se mi concentro sull'artigianalità di un prodotto piuttosto che sulla sua provenienza? Se so che la giacca che sto indossando non è in realtà stata prodotta da un quel determinato brand, sto ingannando qualcuno? (N.d.A.: spoiler alert: finché i creatori non imitano una marca per ingannare i clienti, allora no).
Trending, ma al tempo stesso unico…
Il processo di ricostruzione e di riciclo creativo da quasi sempre vita ad un'estetica unica, inconfondibilmente legata all'universo dell’upcycling e molto riconoscibile da uno sguardo esterno. Tuttavia, l'individualità rimane la parola d'ordine poiché ogni pezzo è unico nel suo genere, al contrario di quanto accade con i rivenditori di moda tradizionale.
In particolare, la fase di design (durante la quale i marchi studiano le ultime tendenze e cercano di imitarle) e la fase di distribuzione (il momento in cui i capi sono spediti) spesso danno ad un risultato ‘uniforme’ all’offerta del mercato (N.d.A: lungi da me non considerare come alcuni fashion designer siano in grado esaltare queste uniformità generando look incredibili come fa Hans Eijkelboom).
Tramite l’“upcycling” puoi partecipare a una tendenza, essere riconosciuto come parte di essa, e al tempo stesso indossare capi unici.
Al contrario, con i vestiti ricostruiti “upcycling”, puoi partecipare a una tendenza, esserne riconosciuto come tale da altri, e al tempo stesso indossare capi unici selezionati da te. Un sentimento di individualità rafforzato dal fatto che i vestiti stessi diventano un veicolo dei valori e dei principi di chi li indossa.
La relazione tra l'indumento e chi lo indossa cambia, aprendo il dialogo su un comportamento di consumo più consapevole - Katerina Michaloutsou
CONSIDERAZIONI FINALI
Proprio così, gli abiti ricostruiti e upcycled intendono cambiare la moda, un capo alla volta. Mentre i creatori continuano a fare ciò che sanno fare meglio, la scena della moda upcycling continuerà a cambiare le regole - regole che ora risuonano tra sempre più consumatori.
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