Ad inizio di giugno, la moda circolare ha compiuto un altro importante passo avanti con un grande evento di moda: la finale della decima edizione del Premio LVMH per giovani stilisti. Creato nel 2013, il Premio LVMH nasce dal desiderio di LVMH di promuovere la creatività e incoraggiare i giovani creatori a diventare i prossimi stilisti di domani. Ogni anno vengono selezionati stilisti emergenti di tutto il mondo per il loro eccezionale talento e creatività.
Quest'anno, ad essere celebrata è la sartoria di alto livello che contraddistingue le creazioni di [Setchu](, il marchio giapponese fondato da Satoshi Kuwata, 39 anni, insignito del Premio LVMH 2023. Nella giuria erano presenti alcuni direttori artistici di LVMH: Jonathan Anderson, Maria Grazia Chiuri, Nicolas Ghesquière, Marc Jacobs, Kim Jones, Stella McCartney, Nigo e Silvia Venturini Fendi, ma anche Delphine Arnault, Jean-Paul Claverie e Sidney Toledano.
Per quanto riguarda il premio Karl Lagerfeld, quest'anno la giuria ha eccezionalmente proclamato due vincitori. Il primo è Luca Magliano, 36 anni, designer italiano e fondatore del marchio di prêt-à-porter maschile e unisex Magliano. L’altro vincitore è Julie Pelipas, 38 anni, designer ucraina e fondatrice del marchio upcycling di prêt-à-porter femminile Bettter. Entrambi riceveranno un premio di 150.000 euro e un anno di tutoraggio all'interno del Gruppo LVMH.
Il riutilizzo creativo di materiali già esistente sempre più apprezzato dalla giuria del Premio LVMH.
Non è la prima volta che il colosso francese premia l’idea di marchi focalizzati sul riutilizzo di stock di invenduto. D’altronde, l’interesse per la maison nei confronti dell’upcycling ha portato allo sviluppo stesso di Nona Source negli ultimi anni, per la vendita di materiali di magazzino. In questo articolo, oltre a Bettter, vi racconteremo altri due casi emblematici che ci piacciono particolarmente: quello del brand svedese Rave Review, e quello del più noto brand svizzero Germanier.
BETTTER DI JULIE PELIPAS
Creato nel 2019, Bettter è un marchio di innovazione che pone l'upcycling al centro della creazione. La sua fondatrice, Julie Pelipas, è una personalità affermata nel campo della moda, soprattutto in Ucraina, paese dal quale proviene, e nel quale ha contribuito alla creazione delle edizioni ucraine di Vogue e Harper's Bazaar. Il suo marchio è rivoluzionario sotto molti aspetti, a partire da un punto importante: con Bettter, Julie Pelipas ha voluto proporre una soluzione concreta alla mancata intraprendenza dell'industria della moda di fronte all'emergenza climatica. Con Bettter, ogni pezzo viene realizzato a partire da capi già esistenti ed utilizzando le metriche corporee dei clienti. In un'intervista a Numéro, la stilista descrive il suo processo: "Tutto è riciclato e ogni pezzo ha un passaporto che ne traccia il processo di produzione, compreso dove e come è stato acquistato, prodotto e venduto. È importante ricordare che questo approccio è tutt'altro che convenzionale".
Bettter non è semplicemente un marchio di moda, ma un vero e proprio ecosistema rivolto alle aziende.
Oltre a essere un marchio, Bettter si definisce un vero e proprio ecosistema rivolto anche alle aziende: è un organismo business-to-business, che permette ai marchi del lusso di riutilizzare le loro scorte di magazzino per realizzare co-branding circolari e di alta gamma. Nonostante l'accoglienza positiva di LVMH nei confronti del giovane marchio ucraino, Julie Pelipas afferma che la fattibilità del progetto è stata oggetto di molti dubbi nei primi giorni. Per Julie Pelipas, ciò è dovuto al fatto che gli obiettivi di Bettter non possono essere immaginati a breve termine: la priorità è data alla creazione di cose radicalmente diverse che aiutino a lottare l'emergenza climatica. Secondo Pelipas, "è un progetto che richiede di investire molto di sé, del proprio tempo, del proprio cervello e della propria energia".
Nel 2023, Julie Pelipas ha ricevuto uno dei due premi Karl Lagerfeld per il suo marchio Bettter.
RAVE REVIEW DI JOSEPHINE BERGQVIST E LIVIA SCHÜCK
Non è la prima volta che il LVMH Prize for Young Fashion Designers premia i creatori che utilizzano tecniche di upcycling. Nel 2020, il marchio svedese Rave Review ha raggiunto le semifinali, con una collezione upcycled realizzata con tessuti domestici. Il marchio è stato fondato da Josephine Bergqvist e Livia Schück, la cui amicizia è iniziata sui banchi del Beckmans College of Design di Stoccolma. Come Bettter, la loro iniziativa nasce dal desiderio di apportare un cambiamento tangibile nel settore e dall'entusiasmo comune di aver trovato un modo di creare che rispettasse i loro valori. Per questo, Il marchio si è distinto per l'utilizzo di materiali di seconda mano, come indumenti e lenzuola. Mentre cercano di rifornirsi di tessuti, Bergqvist e Schück rompono i codici del classico guardaroba scandinavo inventando pezzi colorati e ispirati agli anni '90 che onorano il loro impegno sostenibile.
"Anche grazie a noi, è stato dimostrato che la moda può essere sostenibile e di alto livello." - J. Bergqvist e L. Schück
Nel segmento del "remake", Rave Review è riuscito in una sfida molto complicata: creare collezioni di alto livello da tessuti già esistenti. Nell'intervista rilasciata a Metal Magazine (https://metalmagazine.eu/en/post/interview/rave-review-the-future-of-sustainable-fashion-is-now), i due designer dichiarano: "La maggior parte delle persone sa che lavorare in modo sostenibile è il futuro" (…) "Ora, anche grazie a noi, è stato dimostrato che la moda può essere sostenibile e di alto livello. Tuttavia, non è economico. Ma non sarebbe male se le persone imparassero che non c'è bisogno di comprare vestiti nuovi ogni settimana". Il marchio ha partecipato alle settimane della moda di Stoccolma e Parigi, dove è stato accolto molto bene dal pubblico.
Rave Review ha raggiunto le semifinali del Premio LVMH nel 2020.
GERMANIER DI KEVIN GERMANIER
Infine, ma non per questo meno importante, possiamo citare il marchio Germanier, la cui direzione artistica è affidata all'omonimo designer svizzero Kevin Germanier. Semifinalista del Premio LVMH 2019, il marchio è noto per la sua estetica glamour ed eccentrica, per le sue collezioni stravaganti e, soprattutto, per l'uso di perle e paillettes destinate a essere scartate. In una intervista rilasciata a Vanity Fair, il designer confida: "la loro quantità è così numerosa su un capo, che i loro difetti non si notano più". Dopo aver completato gli studi alla famosa Central Saint Martins di Londra, è passato a Louis Vuitton, prima di lanciare il suo marchio nel 2018. Nel descrivere il suo interesse per la moda sostenibile, lo stilista ricorda la sua giovinezza: "Quando ero studente non avevo molti soldi. Per tagliare i costi, creavo abiti con vecchie lenzuola e perline destinate alla spazzatura. È così che ho capito il potenziale della moda sostenibile".
"La loro quantità è così numerosa su un capo, che i loro difetti non si notano" - K. Germanier
In pochi anni, Kevin Germanier si è affermato come un vero e proprio maestro dell'upcycling, tanto da attirare l'attenzione dei migliori designer di LVMH. Le sue creazioni sono state riconosciute in tutto il mondo: lo stilista ha ricevuto il Redress Award nel 2015 (per maggiori informazioni si veda il nostro articolo sull'upcycling in Asia), è stato nominato uno dei 30 Under 30 da Forbes nel 2019 ed è entrato a far parte della Paris Fashion Week nel 2022. Un motivo in più per presentare l'upcycling e la moda responsabile.
La Germanier ha raggiunto le semifinali del Premio LVMH nel 2019.
Negli ultimi anni, LVMH ha dimostrato numerosi sforzi verso la sostenibilità, in particolare con il programma LIFE360, che illustra le soluzioni praticabili per un futuro più sostenibile. Anche se i risultati di questo programma si vedranno solo progressivamente, il Premio LVMH rimane una buona piattaforma per far luce sugli stilisti che stanno plasmando il futuro della moda. Sembra che l'upcycling abbia un grande ruolo da svolgere in questo futuro e siamo entusiasti di vedere come grosse maison di lusso sostengono i giovani marchi sostenibili.